In ambito aziendale si è soliti attribuire implicitamente le qualità del “leader” ai “manager”, come se i due concetti fossero sinonimi. Le due figure, pur posizionandosi allo stesso livello della scala gerarchica aziendale, non ricoprono le stesse mansioni e affrontano gli incarichi lavorativi in modo molto diverso. In ogni caso, un dirigente dovrebbe possedere sia le qualità di gestione che di leadership per avere successo nel mondo imprenditoriale. Il contesto attuale, infatti, necessita di competenze adatte alla gestione di un certo assetto aziendale per renderlo maggiormente stabile e strutturato (manager) e, al tempo stesso, essere sempre pronto ad innovarsi, cambiare e adattarsi al mutare delle condizioni e delle esigenze lavorative e personali (leader).
Andiamo a vedere nel dettaglio, quindi, quali sono le principali differenze tra questi due ruoli.
1. Il manager amministra, il leader innova.
Il manager segue un certo modello di gestione e ha il compito di strutturare, organizzare e monitorare i compiti relativi alla specifica mansione. Egli, quindi, ha il compito di ottimizzare lo schema lavorativo in cui è inserito, cercando di “oliare gli ingranaggi” per rendere maggiormente produttiva l’area di sua competenza.
Il leader, invece, segue un modello personale, originale. Il suo compito è quello di avere una visione macroscopica, inquadrare “dall’alto” la struttura e, se necessario, modificarla per adattarla alle nuove esigenze che si presentano. Egli è orientato alla risoluzione di problemi più che all’esecuzione di compiti; lavora per il cambiamento!
Possiamo sintetizzare dicendo che, mentre il manager risponde alle domande “come?” e “quando?”, il leader, invece, si chiede “cosa?” e “perché?”.
2. Il manager si focalizza sulla struttura, il leader sulla gestione delle risorse umane.
Il manager organizza le procedure e gestisce i flussi e i carichi lavorativi. Il suo obiettivo è la produttività. Egli guarda al personale rispetto alle funzioni che svolge, come ingranaggi di un sistema complesso in cui le individualità vengono spesso ignorate. Per questo motivo il suo ruolo si basa sul controllo.
Il leader, viceversa, è focalizzato sulle risorse umane, cerca di stimolarne la motivazione, promuove un approccio rispettoso creando un clima di collaborazione, fondamentale per la gestione del team. Egli supporta i dipendenti nelle loro difficoltà, cerca di valorizzare le loro idee e gestisce i conflitti.
Proprio per questo, il suo ruolo è basato sulla costruzione e promozione di rapporti di fiducia.
3. Il manager si occupa dell’area di sua competenza, il leader deve interagire con le diverse aree aziendali.
Il manager, come abbiamo visto, si occupa della gestione della struttura lavorativa, orientato all’esecuzione di compiti specifici. Questo significa che a lui è assegnata una precisa area di competenza con l’incarico di renderla maggiormente efficiente.
Il leader, al contrario, avendo una visione “dall’alto” dell’azienda ed essendo orientato al personale, deve saper interagire con tutti i settori per poter gestire al meglio i dipendenti e per risolvere i problemi che si possono creare nel rapporto fra aree di competenza diverse.
4. Un leader è un manager; un manager non sempre sarà un leader.
Il manager e il leader sono due figure professionali che si posizionano allo stesso livello della scala gerarchica aziendale, ma rappresentano due modi diversi di svolgere lo stesso ruolo. Per questo motivo un leader, in possesso di competenze che sopra descritte, sarà necessariamente anche manager. Al contrario, un manager può non essere un leader, poiché non è detto che sviluppi quelle competenze caratteristiche del leader.
Quest’ultimo punto pone in risalto la necessità di integrare due figure professionali nel medesimo ruolo. Esse, infatti, non si escludono a vicenda ma sono complementari, entrambe necessarie per lo sviluppo aziendale e il benessere dei dipendenti e dei dirigenti.
Questa esigenza è sorta soprattutto negli ultimi anni, conseguentemente allo sviluppo del mercato del lavoro, al superamento dei confini nazionali, alla necessità di competere con molte più aziende e mercati e, non da ultima, ad una maggiore importanza che si è data al benessere dei lavoratori e ai rapporti interpersonali a livello aziendale. Sulla base di questi progressi, la ricerca scientifica si è focalizzata su quelle competenze trasversali che qualsiasi manager dovrebbe possedere (o sviluppare) per essere anche un buon leader e, quindi, per affrontare le nuove sfide che si presentano.
Il vero leader sa comunicare in modo chiaro ed empatico, sa creare un clima di collaborazione, stimola la creatività e la motivazione, valorizza le persone e le loro capacità… un vero leader non impartisce gli ordini, ma funge da guida per i collaboratori.
E il tuo capo cos’è? Un manager o un leader?