Il mercato del lavoro e il modo di lavorare hanno subito profondi cambiamenti negli ultimi 30-40 anni: basti pensare all’aumento del precariato, alla comparsa di nuovi sistemi di produzione, alla riduzione del personale, all’outsourcing, alla privatizzazione di servizi pubblici, allo sviluppo di nuove professioni e di nuovi profili lavorativi.
Questi aspetti, insieme alle particolari condizioni dell’impiego e al modo in cui il lavoro è organizzato, hanno contribuito ad aumentare l’incertezza professionale. Questa può essere definita come un fattore di stress psicosociale causato da particolari condizioni lavorative e dall’organizzazione del lavoro, e che riflette la percezione del lavoratore di essere sempre a rischio di perdere il proprio impiego, o comunque in una condizione di instabilità.
L’incertezza professionale è particolarmente problematica perché è imprevedibile e incontrollabile. Riducendo il peso di certi fattori, è possibile mitigarne le conseguenze negative, benché questo non sia sempre possibile né fattibile.
In letteratura, esistono alcuni fattori possono ridimensionare le conseguenze dell’insicurezza professionale sul benessere della persona, in particolare: il supporto della famiglia, dei colleghi, degli amici; il miglioramento della propria capacità di gestione dello stress; lo sviluppo di nuove competenze professionali e interpersonali.
È importante notare che non tutto è sotto il nostro potere: riusciamo a controllare le nostre scelte e le nostre azioni, ma non possiamo controllare le emozioni, i pensieri, gli altri, il passato o il futuro.
Partendo da questo presupposto, possiamo affermare che, in generale, una mente flessibile riuscirà a gestire meglio l’incertezza professionale rispetto a una mente rigida.
RIGIDITÀ significa:
- Essere “ancorati” al passato: pensare sempre che le cose andavano meglio prima, magari nel precedente impiego, rimpiangere le scelte fatte, chiedersi perché sia accaduta una certa cosa, pensare solo ai ricordi del passato.
- Fare anticipazioni negative di ciò che potrebbe accadere in futuro, avere un atteggiamento catastrofico o pessimistico nei confronti del domani.
- Agire in modo inefficace: ad es. aspettare che una situazione cambi da sé, estraniarsi dal momento presente, autocommiserarsi, pensare sempre a che cosa avrebbe potuto succedere, lamentarsi delle scelte fate dai leader o dal governo.
- Immergersi nei propri pensieri e preoccupazioni senza fare nulla per cambiarli.
FLESSIBILITÀ significa:
- Adattarsi implementando la strategia più adatta ad ogni circostanza.
- Agire, buttarsi, provare e fare errori, senza aspettare che arrivi il momento perfetto.
- Distinguere ciò che è davvero importante e utile, avere sempre un’idea chiara degli obiettivi da raggiungere e di come farlo.
- Stare all’erta, fare attenzione ai cambiamenti che avvengono nel mondo intorno a noi.
- Impegnarsi.
Alcuni esempi di un comportamento efficace per affrontare le situazioni di incertezza professionale:
- Restare attivi sul mercato del lavoro (registrarsi o aggiornare il proprio profilo online sui portali di ricerca di lavoro o sui social network professionali, farsi conoscere online e nella propria città).
- Restare aggiornati sulle principali novità del mercato del lavoro, sulle opportunità / le iniziative pubbliche / le politiche attive, i finanziamenti a disposizione.
- Espandere la propria rete di contatti, migliorare il proprio curriculum (ad es. frequentando un corso, seguendo dei webinar, imparando una nuova lingua…).
- Iscriversi ad associazioni o a gruppi di professionisti che ti permettano di restare aggiornato e di creare un network.
Durante un periodo di incertezza professionale, potresti sentirti scoraggiato, di cattivo umore o arrabbiato, o addirittura avere delle preoccupazioni economiche per il futuro, vergognarti o assumerti la responsabilità della situazione. Non è possibile sbarazzarsi volontariamente di uno stato di sofferenza psicologica, ma puoi sempre provare a non peggiorarlo di proposito.
“Che cosa succederà se il mio contratto non viene rinnovato?”
“Se non riesco ad avviare la mia attività in tempo, perderò tutti i miei clienti.”
“Come farò a vivere e a sostenere economicamente la mia famiglia se non trovo un lavoro?” “
Che sfortuna! È arrivato il Covid proprio quando avevo appena lanciato la mia attività.”
“Dovrò saltare le vacanze anche queste volta…”
Questi pensieri legittimi ti portano a focalizzarti su ciò che non è in nostro controllo, invece di adottare quei comportamenti utili che possiamo attivamente controllare.
Impariamo ad accettare ciò che è al di là del nostro margine di controllo e impegniamoci prendere iniziative che arricchiscano la nostra vita.
Autrice: Silvia Zoni, PhD in Medicina del Lavoro, Psicologa, Psicoterapeuta Consulente
Articolo originale: https://welly-project.eu/job-insecurity-how-to-overcome-it-through-effective-individual-behaviours/