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LAVORO DA CASA: SFIDE E VANTAGGI

In questi tempi di pandemia globale, e soprattutto durante i mesi di lockdown, molte aziende grandi e piccole hanno adottato misure straordinarie per implementare il telelavoro dei loro dipendenti. Misure che, in alcuni casi, hanno continuato a sussistere anche a lockdown concluso, o si sono tramutate in una maggiore flessibilità di luoghi e orari, con dipendenti liberi di scegliere se lavorare da casa, dall’ufficio, o alternando in base alle specifiche esigenze della loro mansione.

Per quanto i media continuino a fare confusione tra i due termini, telelavoro e smart working non sono la stessa cosa. Con telelavoro s’intende la condizione in cui un dipendente svolge la propria mansione a distanza dalla sede centrale, generalmente dalla propria casa. Da un lato il datore di lavoro può effettuare verifiche per accertarsi che il lavoro venga svolto regolarmente e negli orari indicati, dall’altro il lavoratore ha diritto a una postazione e strumenti adeguati che gli permettano di lavorare nelle condizioni ottimali (ad es. una connessione web veloce, pc e telefono aziendali, ecc.). Lo smart working, invece, non prevede una postazione fissa da cui lavorare, né tanto meno orari determinati in anticipo. L’idea, infatti, è che il lavoratore raggiunga un obiettivo predefinito, ma l’orario viene determinato di volta in volta dallo smart worker in base alle sue esigenze.

Nonostante in entrambi i casi ci siano degli indubbi vantaggi per il lavoratore, primo tra tutti una più semplice conciliazione della vita privata con quella professionale, è altrettanto vero che a distanza si tende a lavorare molto di più in termini orari rispetto a quando si lavora in sede. Quando si è a casa, infatti, il rischio è di non fissare confini rigidi tra la vita lavorativa e quella personale, con il rischio che la prima sfoci nella seconda fino a sommergerla. Qualche esempio pratico: ritrovarsi a rispondere alle mail la sera dopo cena, anziché godersi una serata davanti alla TV con il proprio partner, perché “tanto ci metto poco”; evitare di vestirsi adeguatamente e avere scarsa cura di sé perché “tanto non mi vede nessuno, e per la call di coordinamento con i colleghi faccio finta che non funzioni la webcam”. Vi ritrovate almeno un po’? Allora significa che forse è arrivato il momento di organizzare meglio il vostro tempo. Ecco qualche consiglio per sopravvivere al lavoro da casa e sfruttarne al meglio le potenzialità:

  • Create una postazione dedicata solo al lavoro, ben illuminata e con una seduta confortevole. Meglio evitare di lavorare dal divano: la vostra produttività (e la vostra postura) ne saranno positivamente impattate.
  • Preparatevi per la giornata come se doveste uscire. Non c’è bisogno di mettersi giacca e cravatta o avere i capelli freschi di parrucchiera, ma essere vestiti con decoro vi aiuterà a pensare che in quel momento state lavorando e, di conseguenza, a concentrarvi maggiormente.
  • Fate qualche pausa e sgranchitevi le gambe per prevenire la sedentarietà eccessiva.
  • Preparate una to do list quotidiana o, meglio ancora, tenete un’agenda che vi permetta di avere sott’occhio la programmazione delle vostre attività a breve e medio termine. In questo modo riuscirete a distribuire i compiti in modo bilanciato da un giorno all’altro e a rispettare le scadenze.

L’augurio è che, anche in condizioni di ritrovata normalità, il telelavoro continui ad affermarsi come una valida alternativa alla presenza fissa in ufficio, soprattutto (ma non solo) per i lavoratori che hanno esigenze particolari: ad esempio per chi vive molto lontano dal luogo di lavoro, per chi ha una persona a casa da accudire (un genitore anziano, un bambino piccolo). Tra i vantaggi comprovati: un aumento della produttività perché si riducono tempi morti, chiacchiere inutili e riunioni interminabili che si trascinano senza portare a nulla; maggiore flessibilità oraria conseguente all’azzeramento del tempo trascorso negli spostamenti; e naturalmente un maggiore benessere percepito da parte dei lavoratori.